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XXIV

DISCORSO AI TOSCANI (0

Toscani !

L’entusiasmo vivo, spontaneo, col quale salutate i fatti dell’eroica Milano, onora voi e onora quelli che se lo sono meritato col sangue. A nome de’ miei concittadini io ve ne ringrazio con tutta la pienezza del cuore.

A me, lombardo, disdirebbe il vantare a voi le angustie e le prodezze de’ miei lombardi. La storia, libera dai ritegni della modestia, le tramanderá alle future generazioni; e questo basti.

Bensí con voi, toscani, mi sia lecito congratularmi di voi e del vostro sentire oggi tutta l’importanza del gran fatto di Milano e del vostro gioirne con l’Italia tutta.

Mirabile risorgimento invero questo nostro, al quale ciascuno de’ popoli d’Italia ha apportato la parte sua! Roma l’amnistia e l’onnipossente parola d’amore, Toscana le riforme, Sicilia e Napoli le costituzioni, Piemonte il forte esercito tutelatore, e Milano la indipendenza; la indipendenza, senza della quale né riforme né costituzioni possono aver vita intera.

Artefici tutti del pari di questo stupendo edificio, spetta a voi tutti, o italiani, il compirlo e il consolidarlo per sempre. Contenti delle vostre libertá, che sono pienissime, se sapete virilmente giovarvene, stringetevi tutti, popoli e principi, in una

(i) Letto il 27 marzo 1848 a Firenze, sotto le logge degli Uffizi, da Giuseppe Massari, in luogo del Berchet, presente, al popolo reduce da un solenne Te Deurn cantato in duomo, per celebrare la vittoria dei milanesi nelle Cinque giornate. [Ed.].