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Ora il solo paragone tra il libro italiano attualmente in uso e quello mandato da Vienna panni sufficiente a determinare in favor dell’ultimo la preminenza. E tale è l’opinione mia, ove non d’altro si parli che dell’idea e del piano generale dell’opera. Né da questa opinione mi sconforta la mancanza nel libro tedesco d’un preciso catechismo, delle precise formole delle preghiere e del modo di servir la messa secondo i due riti, poiché nelle nostre scuole è provveduto a ciò bastantemente da chi è incaricato dell’istruzione religiosa.

Ma applicar questo libro, tal qual è, alle scuole minori di Lombardia è cosa eh’ io reputo non troppo conveniente. Scritto per la Germania, esso ha relazioni a trastulli, a costumanze, ad abitudini che non sempre sono uguali alle nostre; e vi domina, a dir vero, troppa monotonia in quanto alle forme dell’esposizione. Lo studiare è giá per se stesso una noia a’ poveri fanciullini, sicché il raddoppiarla loro coll’eterna ripetizione degli stessi modi e delle stesse uscite de’ verbi e della stessa architettura de’ periodi ed enunciazioni, parmi né caritatevole né destro consiglio per un buon maestro.

E però, ritenuta l’idea generale, lo scopo e ’l materiale di questo libretto, credo che, a volerlo applicare alle nostre scuole, sia d’uopo non di tradurlo esattamente, ma di modificarlo e rifonderlo, per cosi dire, alcun poco. Nella stessa maniera che l’autore tedesco si è manifestamente giovato d’altri libri consimili inglesi e francesi, giovisi nel suo lavoro il compilatore italiano di que’ soccorsi che l’arte dell’educazione ha resi abbondanti a’ di nostri; e, conservato tutto il buono che pure è molto del libretto tedesco, vi tolga e vi aggiunga quel tanto eh’ è necessario a renderlo veramente vantaggioso alla prima istruzione de’ ragazzi. Il libro sia pur sempre lo stesso in quanto allo spirito ed al metodo in totale; ma, se le circostanze diverse vogliono in esso diverse modificazioni, il negar deportargliele prima d’accoglierlo sarebbe un voler l’utile solo per metá.

Ristrignendo quindi il discorso, parmi, se pur non m’inganno, che si possa stabilire queste due proposizioni: