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18 scritti critici e letterari

altro poeta; e ciò che non somiglia al bello sentito un tempo, pare loro di doverlo ora ricusare. Le opinioni scolastiche, i precetti bevuti pigramente un tempo come infallibili, reggono tuttavia il loro intelletto, che non li mise mai ad esame, perché d’altro curante. Però l’orgoglio umano, a cui è duro il dover discendere a discredere ciò che per molti anni s’è creduto, il piú delle volte li fa tenaci delle massime inveterate. E il piú delle volte eglino combattono per esse come per l’antemurale della loro riputazione. Allora ogni arme, ogni scudo giova. E perché una serie di secoli non si brigò piú che tanto di discutere l’importanza di quelle massime, eccoti in campo un bello argomento di difesa nel silenzio delle generazioni. «Chi tace non parla», diciamo noi. Ma «chi tace approva», dicono essi, e il sopore dei secoli lo vanno predicando come consenso assoluto di tuttaquanta la ragione umana alla necessitá di certe regole chiamate, Dio sa perché, di «buon gusto»; e però via via d’ugual passo sgozzano ad esse ogni tratto qualche vittima illustre.

La lode, che al poeta viene da questa minima parte della sua nazione, non può davvero farlo andare superbo; quindi anche il biasimo ch’ella sentenzia non ha a mettergli grande spavento. La gente ch’egli cerca, i suoi veri lettori stanno a milioni nella terza classe. E questa, cred’io, deve il poeta moderno aver di mira, da questa deve farsi intendere, a questa deve studiar di piacere, s’egli bada al proprio interesse ed all’interesse vero dell’arte. Ed ecco come la sola vera poesia sia la popolare: salve le eccezioni sempre, come ho giá detto; e salva sempre la discrezione ragionevole, con cui questa regola vuole essere interpretata.

Se i poeti moderni d’una parte della Germania menano tanto romore di sé e in casa loro e in tutte le contrade d’Europa, ciò è da ascriversi alla popolaritá della poesia loro. E questa salutare direzione ch’eglino diedero all’arte fu suggerita loro dagli studi profondi fatti sul cuore umano, sullo scopo dell’arte, sulla storia di lei e sulle opere ch’ella in ogni secolo produsse: fu suggerita loro dalla divisione in «classica» e «romantica» ch’eglino immaginarono nella poesia.