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xvi. sulla «sacontala» | 153 |
Ma Sacontala non sa piú risolversi alla partenza. Il re vede l’indugiare ch’ella frappone, e tra se stesso esclama: — O ch’ella sente per me quel ch’io sento per lei; o che la gioia mi fa uscir di me stesso. Ella non dirizza a me una parola; ma, se parlo io, sta coll’orecchio teso per ascoltarmi. Innanzi a me non è padrona d’un menomo suo atto, e gli occhi non li sa volgere che a me solo. —
S’odono di dentro voci di lamento, perché sieno interrotti i riti degli eremiti. I seguaci di Dushmanta, coi cavalli, cogli elefanti, col traino, con tutta la caccia, hanno invaso il bosco sacro. Dushmanta n’è dolente. Le donne, sbigottite dal frastuono de’ sopravegnenti, s’inchinano a lui e muovono verso la capanna degli eremiti. Sacontala studia nuove ragioni di dimora e fa lento, piú ch’ella può, il suo passo. — Aimè — grida — aimè! Un subito dolore mi piglia al fianco. Aimè! che non mi reggo al cammino! — Le compagne la rincorano perché s’affretti. Ed ella: — Oimè! il piede mio è ferito da un gambo acuto d’erba cusa1. Oimè! il lembo della veste mi s’è appiccato a un ramo di curuvaca2. Fermatevi, datemi aiuto. — Finalmente ella parte, sorretta dalle compagne e mandando indietro lunghi sguardi a Dushmanta.
Egli, rimasto solo, mette sospiri, pensando alla beltá di Sacontala: — E non dovrò piú rivederla! Ah, no! Cercherò i servi miei; qui... qui intorno fermerò il mio campo. Non so cessare dal diletto di rimirarla. E come potrei volgere ad altro i miei pensieri? Il corpo mio muovesi e va innanzi; ma questo cuore irrequieto corre indietro verso di lei, a guisa d’una leggiera foglia di canna, che, portata in cima a un bastone incontro al vento, svolazza sempre in direzione opposta. — Parte anch’egli.
ATTO II
Pianura e padiglioni reali al lembo della foresta sacra.
Il re intima che per quel dí cessi la caccia, onde non profanare i luoghi santi. Seduto poscia a’ piè d’un albero con Madhavuya, l’amico suo, parla di Sacontala, dell’amor che ne sente,
- ↑ «Erba cusa», «poa cynosuroides» (Linneo).
- ↑ «Curuvaca», pruno, quasi sempre fiorito.