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XI

intorno all’«Origine delle lettere» del Roscoe1

L’eloquenza di Gian Giacomo Rousseau non bastò a persuadere all’Europa che le lettere fossero dannose all’umana societá. Nel discorso del ginevrino i popoli vollero ravvisare piú la bizzarria del paradosso che l’animo dell’oratore, e salvarono cosí il rispetto dovuto a quell’uomo singolare. Senza entrare a discutere una quistione puramente speculativa, che non condurrebbe ad alcuna utilitá pratica, chi considera l’attuale nostra civiltá, e non è stolido o perfido, vedrá essere dover suo il contribuire quel tanto che egli può al miglioramento della coltura pubblica, ed il combattere sempre piú la tristezza di quei pochi che vorrebbero far della sapienza un monopolio e tener nella ignoranza il prossimo, onde non trovar contrasti a’ lor maligni disegni. Noi siamo ora in tale condizione, che il retrocedere in fatto di studi, e non giá il progredire, ci trarrebbe in precipizio. E però, seguendo l’intendimento de’ buoni, suggeriamo con ingenua persuasione agl’italiani di leggere il discorso fatto dal signor Guglielmo Roscoe all’Instituto reale di Liverpool; discorso che appunto è indirizzato a raccomandare la propagazione de’ lumi in tutte le classi de’ cittadini, siccome mezzo di prosperitá nazionale.

  1. On the origin and vicissitudes of literature, science and art ecc. ecc.— Dell’origine e delle vicende delle lettere, scienze ed arti, e della loro influenza sullo stato presente della societá. Discorso recitato il 25 novembre 1817, da Guglielmo Roscoe, in occasione dell’apertura dell’Instituto reale di Liverpool. Londra, 1818, presso I. M. Creery.