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son pochi, sol conspicui
per negri cigli accorti.
495 In mezzo il biondo popolo,
muovono lento il pié,
a coppia a coppia, in semplici
prolisse cappe avvolti.
Che franchi atti discreti!
500 che dignitá nei volti !
Tra lor dan voce a un cantico,
tra lor l’ alternali lieti.
Oh, della cara Italia
la cara lingua ell’è!
505 — Lo stesso evangelo toccato da’ suoi,
toccammo a vicenda; giurammo anche noi
quel ch’egli col labbro dei conti giurò.
Su l’anime nostre, su quella di lui
sta il patto: la perda, la danni colui
510 del quale avran detto che primo il falsò.
In curia solenne, fra un nugol di sguardi,
qual pari con pari, coi messi lombardi
fu d’uopo al superbo legarsi di fé!
Il popol ch’ei volle punito, soggetto,
515 gli sfugge dal piglio; gli siede a rimpetto,
levata la fronte, sicuro di sé.
La pace! la pace! Rechiamola ai figli.
Nunziamo alle spose finiti i perigli
di ch’elle tant’anni pei cari tremar.
520 L’immune abituro, pregato ai mariti,
or l’han; né piú mogli di servi scherniti,
ma donne di franchi s’udranno chiamar.
Addio, belle rive del fiume straniero,
e tu, mitigato signor dell’ impero,
525 e tu, pei lombardi la fausta cittá.
Tornati a sedere su i fiumi nativi,
compagno de’ nostri pensier piu giulivi,
Costanza, il tuo nome perpetuo verrá.