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Ma non han detto al misero
che piú non v’è cui fera?
che in tutto il campo sola
sventa la sua bandiera?
che cui la fuga all’avide
lance lombarde invola,
perde il Ticino al valico,
li dá sommersi al Po?
Il sa che spose ai liberi,
madri d’angustia uscite,
son queste che devote
bacian le sue ferite?
285 Oh, quanta gioia irradia
le moribonde gote!
di qual conforto provida
rimerita il valor!
— Dove son le tre nunzie de’ santi,
le colombe che uscir dell’altare?
con che bello, che fausto aleggiare
del carroccio all’antenna salir !
Presso a migrar, lo spirito
si stringe al cor; l’aita,
l’agita, il riconduce
al batter della vita.
Gli occhi virtú ripigliano
a comportar la luce:
odi, sul labbro valida
ferve la voce ancor !
Sovra i nemici esamini
ei si languia caduto.
L’hanno le pie sorretto,
l’ hanno tra’ suoi renduto.
Per tre ferite sanguina
rotto al guerriero il petto;
né tuttavolta il rigido
pugno l’acciar lentò.