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signori, a voi non rimangono di questo povero componimento che la verseggiatura, lo stile, la lingua, i punti e le virgole su cui esercitare il vostro ministero. Il campo è tuttavia assai vasto, chi voglia menare a tondo lo staffile: e ch’esso non cadrá sempre immeritato, quasi quasi ve n’assicurerei io medesimo, se nel catalogo delle umane stravaganze anche questa fosse registrata: ch’io mi brigassi di parlare sul serio con voi. Signori, ho detto. — Ma ai lettori ne’ quali il buon gusto va del pari con la buona fede, a quelli da cui un cenno di simpatia è tutto ch’io ambisca, e a voi, carissimi, a cui principalmente sono dedicati questi versi, quale parola posso io dire che valga a stenuarne i difetti? Ho veduto dei padri confessare talvolta che non erano belli i loro figliuoli; ho veduto quel misto di titubanza, di vergogna, di conoscenza, di rincrescimento, di rassegnazione, onde sul volto loro pigliava colore l’ingenuitá della confessione. Ebbene, quella tinta non l’ho veduta mai distendersi sul volto di veruno autore che condiscendesse a dichiararsi mal soddisfatto del proprio libro. È d’uopo quindi presumere che nella paternitá letteraria v’abbia una tendenza piú ciecamente amorosa verso la prole, che non nella paternitá naturale: chi trovò il primo quella metafora della paternitá, avrebbe forse tirato un po’ piú vicino al segno se, non curando la corrispondenza del sesso, avesse detto maternitá letteraria, giacché a far piú intenso l’amore materno concorre anche la memoria della distretta del parto. In ogni modo, quel viso cosi male in accordo con la parola, quel viso che ho veduto in altri, noi voglio fare io, né dire che i versi miei io li riconosco per brutti, e dirlo a detto smentito da me stesso: perché se tali io li credessi davvero, li manderei a voi stampati e pubblicati? Ma in tutto v’è un di mezzo; e quasi sempre la veritá, chi voglia snidarla, è in quel di mezzo che è da rintracciarsi. Ciò che a me par vero lo dirò a voi veracemente. Giá da alcune altre di queste mie inezie poetiche che prima d’ora ho date, non posso dire alle stampe, ma a malmenare agli stampatori, voi vi sarete accorti ch’io mi son messo sur una strada la quale non è giusto giusto quella indicata dall’estetica