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IL RIMORSO
Ella è sola dinanzi le genti,
sola in mezzo dell’ampio convito;
né alle dolci compagne ridenti
osa intender lo sguardo avvilito.
Vede ferver tripudi e carole,
ma nessuno l’ invita a danzar;
ode intorno cortesi parole,
ma ver’ lei neppur una volar.
Un fanciullo che madre la dice
s’apre il passo, le corre al ginocchio,
e co’ baci la lagrima elice
che a lei gonfia tremava nell’occhio.
Come rosa è fiorente il fanciullo,
ma nessuno a mirarlo rista;
per quel pargolo un vezzo, un trastullo,
per la madre un saluto non v’ ha.
Se un ignaro domanda al vicino
chi sia mai quella mesta pensosa
che sui ricci del biondo bambino
la bellissima faccia riposa,
cento voci risposta gli fanno,
cento scherni gl’ insegnano il ver:
— È la donna d’un nostro tiranno,
è la sposa dell’uomo stranier. —