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Come donna che canta, e non sospetta pur che l’ascolti una persona viva, co’ suoi pensieri ella sedea soletta cantando un canto che dal cor veniva. Arrossi nel vedermi ; ed intercetta su le labbra la voce le moriva; ma quando il guardo errante ebbe raccolto, tornò tranquilla e ricompose il volto. E surse a domandar del venir mio, e si dolse che il padre era lontano. — Di lui non cerca il tuo servo — diss’ io quanto piú seppi con parlare umano: e tratto il foglio, verso lei m’avvio reverente a deporlo in la sua mano, di te narrando il nome e le sembianze e l’amore e il delirio e le speranze. Prima un pallor che su la faccia bella la ilaritá, la cortesia le estinse; poi negli occhi, negli atti, in la favella corse lo sdegno; e il foglio ella respinse. Allor quel suo dispetto e la novella maestá ch’era in lei tanto mi vinse, ch’io dentro a me parea l’uom fraudolento, cui rinfaccia l’uom forte il tradimento. E chinai il capo, e stetti verecondo, aspettando che l’ira in lei morisse. E ben ventura mia si fu che un biondo giovinetto leggiadro a lei venisse; però che dopo un salutar giocondo tra que’ due, men severa ella a me disse: — Tu d’ora innanzi questa soglia evita. — E la man stese e m’additò l’uscita. —