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Ecco dinanzi a la fanciulla allora schiuse le sedi de l’eterno regno, ed una voce, ove piú Dio s’adora, sciamar: — Padre, pagò l’alto tuo sdegno una lagrima pia. Lo spirto onora che di salire a noi è fatto degno; a lui riposo, a lui gloria si addice dopo la tanta fiamma espiatrice. — Che gioia fu la tua ! Come leggiadre tornáro a sfavillar le tue pupille, Olivia! poi che fra le elette squadre di bianca stola e di lucenti armille vedesti adorna comparir la madre, in Dio fissar le sue luci tranquille, e peregrina dal mortai viaggio ivi quietarsi come in suo retaggio. Spari la vision. Giá le devote turbe dai canti cessano. Giá stette su la sacrata soglia il sacerdote e con l’ostia d’amor le ha benedette. E tuttavolta con le ciglia immote a Maria, con le palme al sen ristrette, sta la fanciulla; e par che in lei sia spento d’ogni cosa terrena il sentimento. — Gentil donzella, a che tanto indugiarti? non vedi come qui tutto è deserto? Langue a pena una lampa a illuminarti dal tabernacol santo il passo incerto. E fuor del tempio mira in tutte parti di quanta notte il mondo è ricoperto; non odi voce viva a la campagna, salvo la tortorella che si lagna.