Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/344

VI I VISCONTI CARME — Salve, o Milano. D’ infinite spighe t’incorona la terra, e di lusinghe melanconiche e d’ombre orna i recessi delle antiche tue selve. I lauri eterni 5 e le rose, desio della ridente vergine, e mille, di diversa fronda, per l’ immensa pianura, alberi educa la rugiada di tue placide notti. Aure odorate a te manda Brianza io dai suoi tanti vigneti. E te superba pei tuoi nitidi marmi, e fra le cento cittá d’Italia, te piú ch’altra lieta di leggiadre fanciulle e di soavi candidi amori, te saluta il sole 15 con purissima luce, allor che i verdi gioghi d’Orobia per mirarti ascende. Salve, o bella cittá; piú bella ancora però che in cuore dei tuoi figli han seggio e la pietá, e la fede, e l’ospitale 20 munificenza, e quella intemerata voluttá delle care alme gentili, l’ingenua cortesia, che d’uno sguardo e l’amistá consola e il peregrino. — Queste laudi vestia d’ incliti suoni 25 il divino Petrarca; e della noia sazio di Francia, giú dalla nevosa G. Berchet, Opere - 1.