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IV Traduzioni dal «Vicario di Wakefield» di Oliviero Goldsmith i Edevino (Ballata tratta dal capo vili del Vicario di Wakefield) — Volgiti a me, cortese uom della selva; i passi miei deh scorgi lá ver’ quella fiammella che di raggio ospitai la valle abbella. 5 Io smarrito e tremante a gran fatica in piè mi reggo; e questa orribile foresta quanto m’innoltro in lei, tanto fassi piú immensa ai passi miei, io — Guardati ben : la ria non tentar tenebria — l’eremita risponde; — è quel barlume un traditor fantasma lusinghiero, che intorno vola, o figlio, 15 e vuol trarti in periglio. Ma qui presso, al meschino che ricovro non ha, della mia cella sempre aperta è la soglia; e, povero qual sono, 20 quanto dar gli poss’io, tutto gli dono. Vien dunque; in questa notte meco a divider vien liberamente quel che t’offre il mio tetto: