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330 POESIE GIOVANILI E TRADUZIONI
fia scudo mai contro gli augusti vezzi
340 d’altro signor, s’egli a bearla scende
da’ lucidi trapunti? I vostri voti
portano i venti come reste in campo,
oscuri amanti. A voi che giovar puote
dilicato sentire, alma tenace
345 in suo proposto e veritá di core,
viete fole! e patir tempo e disagi?
Inconcussa l’austera al pianto vostro
stette come muraglia alle percosse
degli stizzosi bamboletti. Oltraggio
350 che mai vale di lor povere mani?
Ride la madre tacita e li guarda.
Ma risplenda un’insegna, e il suono incanti
di nome illustre, un gel ratto ricerca
della bella le fibre. Irrequieta
355 l’occhio ella gira lá donde ritorna
abbarbagliato. Di leggiadre idee
ferve la mente. A spessi colpi il core
batte. Le dice Verecondia alfine
il novissimo vale; e il trionfato
360 talamo accoglie l’onorando drudo.
Cosi eterna non hanno infra di loro
nimistá poi gli affetti; e l’un dall’altro
sovente ha vita, e l’un l’altro accontenta;
né un medesimo iddio sempre gli umani
365 affatica e gl’ incalza e li congiunge.
Tolga, Cornelia, il ciel ch’io di te parli!
Né cieca tu d’ambizione il giorno
eri, che te nel fragoroso cocchio
vedeva assisa accanto a Memmo tuo
370 la popolata via; né quella notte
che primamente l’ ingemmato amico
ti fea del curvo cubito sostegno
nelle adunanze, e tra rivali umili
che ti sgombravan mormorando il passo.
375 Te beata dirò, ché poi che nullo
ti concesser gli dèi senso d’amore,
né veemente passion veruna,
tal festi ammenda ai fati avversi: e paga