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VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
Se i miei mori v’ han crucciata,
tosto uccider li farò;
se le vostre damigelle,
gastigar ben le saprò;
se vi spiacciono i cristiani,
andrò loro a conquistar;
l’armi son gli arredi miei,
mio riposo è il battagliar,
l’aspre rocce il letto mio,
far la scolta è il mio dormir.
— Non crucciaronmi no i mori,
né li fate voi morir.
Né men no le damigelle
per me vuoisi contristar;
né tampoco no i cristiani
torna bene conquistar.
Però d’esto accoramento
confessar io voglio il ver:
fu ch’io vidi tra que’ monti
apparire un cavalier,
il qual par lo sposo, il vago,
che m’ ha tanto innamorata. —
Leva il re la man su lei,
e le appicca una guanciata,.
donde i denti, che avea bianchi,
le fa in bocca sanguinar:
e comanda a’ suoi portieri
che sia tratta a dicollar,
proprio lá dov’ella ha visto
il suo sposo, lá in quel sito.
Nel momento della morte
cosi a lei vien profferito:
— Muoro io si perché cristiana,
si di piú perché dir oso
quanto ver sia l’amor mio
pel legittimo mio sposo.