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I PROFUGHI DI PARGA
Infelice! l’Europa ei trascorre;
ma per tutto lo insegue un lamento,
ma una terra che il faccia contento,
infelice ! non anco trovò.
Va ne’ climi vermigli di rose,
lungo i poggi ove eterno è l’ulivo,
a traverso pianure che erbose
di molt’acque rallegra il tesor;
ma per tutto, nel piano, sul clivo,
giú ne’ campi, di mezzo a’ villaggi,
sente’ l’Anglia colpata d’oltraggi,
maledetta da un nuovo livor.
Va in le valli dei tristi roveti,
su pe’ greppi ove salta il camoscio,
giú per balze ingombrate d’abeti,
che la frana dai gioghi rapi ;
ma ove tace, ove mugge lo stroscio,
quando l’alta valanga sprofonda,
da per tutto v’ è un pianto che gronda
sovra piaghe che l’Anglia feri.
Varca fiumi e di spiaggia in ispiaggia
studia il passo a cercar nuovo calle;
per cittá, per castelli viaggia,
né mai ferma l’errante suo piè:
ma per tutto, di fronte, alle spalle,
ode il lagno di genti infinite,
d’altre genti dall’Anglia tradite,
d’altre genti che l’Anglia vendè.