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VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
Sul partir, ché la contessa
a speranza di me sta,
come portalo il tenore
d’una lettera di lá. —
Il di dopo, alla mattina
esce il re da sentir messa;
e di filo assiede al pasto,
non per voglia che lo pressa,
ma si ben per dire al conte
il da dir che lo premea.
Li fu copia di serviti,
come a re si competea.
Di poi ch’ebbero mangiato,
ogni gente via ne venne:
solo il re col solo conte
li alla mensa si ritenne.
Primo il re cominciò a dire
l’ imbasciata che gli dier.
— Seppi, o conte, certe nuove
che non portanmi piacer.
Lamentar di scortesia
fammi a voi tal novitá.
All’ infanta prometteste
quel che chiesto ella non v’ha,
d’esser sempre suo marito;
il che piacque a lei del par.
S’altra cosa è intervenuta,
qui non entro a disputar.
Altro ho a dirvi, o conte; e questo,
questo assai vi affliggerá:
che uccidiate la contessa:
ciò all’onor mi si confá.
Date nome che morisse
di non so qual suo malor: &
trattiam nozze, e paian nuove,
non pensate infino allor.