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VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
d’ esser egli il mio marito,
d’esser io la sua moglier.
Ben contenta io me ne tenni,
né ho mutato di parer.
Non io son, non io, pentita
della fede ch’ei mi die’.
S’ei sposato ha la contessa,
badi bene a quel ch’ei fe’.
Io, per lui, quel d’Ungheria
ho lasciato di sposar;
s’ei sposato ha la contessa,
lui, non me, sen dee colpar. —
Perse il re li ’l sentimento
all’udir quel ch’ella ha detto;
ma dipoi, tornato in senno,
le rispose con dispetto:
— Non son questi giá i consigli
cui tua madre ti educò.
Da te, infanta, all’onor mio
mal riguardo si portò.
Tutto ver se è quel che dici,
l’onor tuo perduto è giá.
Sendo viva la contessa,
nozze no per te non v’ ha.
Se per piato e per giustizia
queste nozze a far si vien,
vai nel detto della gente,
per malvagia ti si tien.
Dammi or, figlia, tu consiglio,
perché il mio non può bastar;
e la madre tua non vive,
cui soleami consigliar.
— Si, buon re, darovvel io
giusta il corto mio veder:
la sua moglie uccida il conte,
di che niuno abbia a saper;