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VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
e animosa e in un discreta,
ben cresciuta di persona.
Tanto fe’ di starle intorno,
che un di a lei cosi ragiona:
— Dio perdon vi faccia, o infanta,
e perdon santa Maria!
da che un uom per voi rovina,
il migliore che mai sia.
Gran disastro avvien per voi !
per voi persa va Castiglia !
non vedendo chi la regga,
entra il Moro e la si piglia.
Chi è prigion perché mirovvi,
si struggea per voi d’amor.
Male, o infanta, ripagate
l’uom che in voi fidò il suo cor.
Se non date aiuto al conte,
voi sarete in odio ai piú;
ma in Castiglia avrete regno,
•se il cavate di laggiú. —
Tanto ben parlò il normanno
che l’infanta ha intenerito;
ferma in cuor di salvar l’uomo,
se vuol esserle marito.
Manda il conte la promessa,
e P infanta a lui ne va.
— Fate core, o signor mio,
eh’ io trarrovvi a libertá ! —
E ingannato il castellano,
de la ròcca i due van fuora.
Tutta notte fean camminò,
fino al rider de l’aurora.
Rimpiattati in un macchione
fúr veduti a un arciprete,
che a cacciar con un astore
venia via per le alberete.