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650 che dicea: «Di te vo in cerca:
venturoso s’io t’abbranco!».
Su la lancia il pennoncello:
croce verde in campo bianco.
A cavai, dal pettorale,
una testa è spenzoloni,
655 gocciolando sangue fresco
dentro gl’irti cerfuglioni.
Vien li il moro, e piega il capo
a baciar quasi la sella:
poi col calcio della lancia
660 li sul prato si puntella.
Parla il moro: — Ai segni avuti
ravvisare io deggio in te
il sir nobile di Sala,
quel che l’essere mi die’.
665 Venditor de’ miei fratelli,
don Rodrigo t’ invia qui
questa prova che salvezza
non v’è mai per chi tradi.
Tu ’l ricevi. Io son Mudarra.
670 Da gran tempo io vo affannato
per cavar questo mal sangue
al tuo antico e bel casato.
— Ah! vien, figlio, a darmi braccio! —
grida il vecchio: — vien quassú!
675 Ecco il di che ho tanto ambito!
de’ miei guai non ve n’ è piú !