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VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
In gran gioia una quintana
Marlotese fe’ guernire:
va tant’alto che è un’altezza
da volere al ciel salire.
Son lá i mori in allegria
a tirarle a chi può piú.
Tira l’uno, tira l’altro,
non la posson buttar giú.
Marlotese da stizzito
mise un bando: che nessuno,
fin che giú non sia buttata,
abbia a solvere il digiuno. —
Parlò allora don Guarino:
ben udrete il suo parlar!
— Se mi date il cavai mio
ch’io solea giá cavalcar;
se mi date l’armadura,
quella ch’io solea vestir;
se mi date la mia lancia,
quella ch’io solea brandir;
per quant’alta la quintana,
penso ch’io l’abbatterò:
e mi mettan pure a morte,
se cader non la farò. —
Diede orecchio alle parole:
prese a dire il carcerier:
— Da sett’anni, ormai sett’anni,
stai qua dentro prigionier,
dove, io ere’, null’uom del mondo
potria un anno star cosi;
pur d’abbatter la quintana
che hai la forza tu mi di’?
Dunque aspettami, Guarino,
ch’io con questa novitá
voglio correr dall’ infante
per veder quel che dirá. —