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25 Se un di Francia, un qualche amico
fosse mai quel disgraziato!
E confuso in tal temenza
verso un faggio era avviato.
Mira steso un cavaliere
30 che par trarlo alla sua volta,
dando voce che si avacci,
perché l’anima gli è tolta.
Non ravvisalo il francese
per guardar che molto ei faccia:
35 la ventaglia di quell’elmo
gl’ impedia veder la faccia.
Saltò giú de la cavalla:
quella testa disarmò:
e il cugin, piú che la vita
40 caro a lui, raffigurò.
Li, tra l’ultime parole
compagnia gli fece, umano.
Braccio il sano dá al ferito:
il ferito parla al sano;
45 e per non parlar piangendo,
. tenne un po’ il rammarichio.
Stretto a lui, proruppe alfine:
— Montesin, cugino mio,
l’andò mal questa battaglia!
50 noi n’avemmo un fiero di !
11 marito di donn’Alda
don Rolando vi mori.
L’almirante don Guarino
è prigione in man di lor.
55 Io ferite n’ho di morte
che mi passano fuor fuor.
Oh ! cugino, il prego estremo
che da me ti sia pregato,
è che quando io sarò morto,
60 e ’l mio corpo esanimato,