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265 II romito, che li vide,
a parlare incominciò:
— Oh ! mi aiuti, Dio dal cielo !
chi quaddentro vi portò?
Perché in terra si selvaggia
270 abitar non usa gente,
se non io che in questa valle
meno vita penitente. —
A risponder si fe’ il conte
con dolor, con ansietá :
275 — Deh, per Dio, buon eremita,
vogli usarci caritá !
Ben dipoi com’ è eh’ io venga
avrem tempo di narrar.
Dammi or tosto di eh’ io possa
280 questa fiacca sostentar.
Van tre di con le lor notti
ch’ella pan non ha gustato:
còlta lá sul fonte fresco,
si sgravò del suo portato. —
285 Dava ascolto l’eremita;
si sentia toccare il cuor.
Via menolli al romitaggio
dov’ è antico abitator.
Porse li del pan, dell’acqua,
290 come quei che vin non ha.
La contessa un po’ rinvenne
dalla gran debilitá.
Pregò il conte al buon romito
battezzasse il bambinello.
295 — Volentieri ma di che nome
chiameremlo? — dicea quello.
— Come, o padre, piú v’aggrada,
date nome al poverino.
— Poi che nacque in aspri monti,
300 chiameremlo Montesino. —
G. Berchet, Opere - 1.