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Odi, o conte, il pregar mio:
non volermelo disdir!
Dove sia che tu ne vada
teco lasciami venir.
— Ah, contessa! se tu ’l vuoi,
come oppormi al tuo voler?
ma di tante angustie mie
la maggiore è questa inver.
Duoimi assai, perché, o meschina,
ti fía greve il camminar.
Giovinetta, ed anco incinta,
a che rischi puoi tu andar !
Ma comunque la fortuna,
sosteniamla senz’affanno:
i cuor forti, in simil uopo,
quali son veder si fanno. —
Per la man si son pigliati:
vanno a uscir della cittá.
Con lor va Dardin d’Ardenna,
Oliviero con lor va,
e Fincano, e don Rinaldo,
e Rolando il paladino,
e il gagliardo Meridano,
e il galante Baldovino,
e Angeliero, e il duca Astolfo,
e il ben altro Malagigi.
Van matrone, van donzelle
seguitando i lor vestigi.
Cinque miglia fuor di porta
lá s’avean da separar:
soli il conte e la contessa
tristi lá dovean restar.
Quando vennero all’addio,
niun poteva dir parola:
piange il conte e la contessa,
né persona li consola;