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H4 VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE distinzione ovvia giá troppo e che si annunzia da sé, ne avrei piú volentieri sostituita un’altra; separando le romanze, comunque sieno, che traggono origine da tradizioni indigene, da quelle che si sono appropriate tradizioni forestiere, alterandole piú o meno per farle nazionali. A ciò mi avrebbe mosso anche l’opinione che non tanto nella forma poetica, quanto nel commercio delle tradizioni sia da ricercarsi l’influenza straniera de’ trovatori o de’ trovieri o d’altri da cui si voglia far dipendere la romanza spagnuola. Una siffatta distinzione per altro avrebbe richiesto un perpetuo commento alle romanze qui tradotte, inopportuno pe’ lettori miei, i quali probabilmente mi sapranno grado del risparmiarne loro la gravezza. Non come documenti idonei a rischiarare dottrine di storia letteraria, ma soltanto come poesie che hanno un merito per se stesse, invocano accoglienza in Italia queste poche romanze, disegnata ciascuna con tale chiarezza originale, da rendere superfluo il soccorso di note per poterle facilmente comprendere, a chi alla poesia domandi affetti e non altro. Badino solamente i lettori di non confondere la tradizione colla storia positiva. Ad entrambe dá vita una stessa veritá occulta, ma le sono due cose diverse: camminano, ciascuna per conto proprio, talvolta in linee parallele, talvolta in linee divergenti; s’incontrano e si dividono ogni tratto. I trasferimenti da luogo a luogo e gli anacronismi, da’ quali rifugge la storia, non ispa ventano menomamente la tradizione, che vi s’accomoda; i segreti dell’animo, che quella ignora, questa li sa e li traduce in simboli visibili, in azioni esteriori; quella piglia il fatto materiale quale lo ritrova, questo lo rifá a modo suo e senza malizia, senza pure ella stessa sapere di rifarlo; e quando in una famiglia d’eroi ella s’ innamora d’un individuo, in lui solo ella riassume le glorie di tre e quattro generazioni, e lui, senza scrupolo, fa bello di tutte le forti imprese del padre, dell’avo, del figlio, del nipote. Ov’io insistessi di piú su questo avvertimento triviale, mi parrebbe di far torto a’ miei lettori: e giá mi vergogno quasi d’averlo anche appena indicato. E per veritá, se in Italia nessuno, per esempio, avvisa di scambiare per istoria positiva le tante