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dagli arabi. Io non so fino a quale segno sia proprio indispensabile l’imitazione allo sviluppo intellettuale di un popolo; non so, per tacere d’ altre derivazioni, quanto il confronto della poesia spontanea dei due popoli, spagnuolo ed arabo, giustificherebbe l’asserzione di chi dicesse l’uno contraffattore dell’altro; non so se l’indole ingenua, disadorna, eminentemente narrativa delle romanze antiche sia una conseguenza diretta del sentenzioso, fiorito, eminentemente lirico poetare degli arabi : ma questo so di certo, che alcuni vestigi del lungo urtarsi l’un l’altro, del frequente rimescolarsi dei due popoli sullo stesso terreno, appaiono qua e lá nelle vecchie romanze, senza che per ciò riesca menomamente alterato il loro carattere originale, senza che ne venga offuscata la semplice, austera fisionomia castigliana, quella stessa di cui ci fa ritratto il poema vecchissimo del Cid. Come le romanze antiche non sono da confondersi colle piú recenti, cosi è chiaro ch’io non intendo qui di porre in conto anche le romanze cosi dette «moresche», nate dipoi, e forse, le piú, molt’anni dopo la caduta di Granata (1492), quando, com’era naturale che avvenisse, il brio d’una poesia quasi onninamente di corte, quale si era l’araba, aveva giá tanto invaghito di sé la poesia d’arte in Ispagna, da far che questa se ne abbellisse in modo che, pigliatone esempio, anche la giá degenere poesia popolare corresse dietro a quel bagliore, a quella nuova necessitá della moda. Da tali romanze, composte o da mori giá piú che a mezzo dismoresca ti, o dá mori sedenti in pace tra cristiani, o da cristiani vaghi di descrivere la vita de’ mori, io mi sono tenuto lontano quasi del tutto; non perché, ad onta di frequenti arzigogoli e d’uno stile soverchiamente infiorato, non offrissero anch’esse molta bellezza; ma perché alle piú antiche io aveva rivolta la mira, e sempre anche piú mi adescavano esse colla loro ingenuitá naturale. Tra le moresche piú semplici, e specialmente tra le riportate nella Storia delle guerre civili di Granata , ho scelto le poche che il lettore troverá sparse nel presente volumetto. Soglionsi d’ordinario distinguere le romanze antiche in due classi principali, quelle di cavalleria e le istoriche. A questa G. Berchet, Opere - 1 .