Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/53


libro primo - capitolo vi 47


negozio di Roma non fu portata né poi qui presa da lui nel modo che bisognava; e certa sua tenacitá ancora intorno allo spendere lo faceva tanto meno stimare anche dalla sua propria nazione. L’essere nondimeno egli protettore di Spagna con tutte l’altre sue qualitá unite assieme gli facevano avere gran luogo, e insieme gran parte nel sacro collegio.

E passando ora al cardinale Alessandro de’ Medici, chiamavasi egli col titolo di Fiorenza per l’arcivescovato che godeva di quella cittá. Aveva fatta molti anni professione secolare, e in quella sorte di vita il granduca Cosimo primo s’era servito di lui in Roma per suo ambasciatore lungo tempo. Quindi eletto arcivescovo di Fiorenza e creato poi cardinale, aveva egli sodisfatto sempre a questi due impieghi con tutte l’azioni che potevano essere piú richieste dall’uno e dall’altro. Alla sua riputazione di prima erasi poi anco aggionto un gran cumulo di nuova gloria per la giá accennata sua legazione di Francia, e il fresco ritorno suo da quel regno gliene faceva godere in Roma pienamente l’applauso. Congiungevansi in lui candore e gravitá di costumi, gran zelo ecclesiastico e quella decente nobiltá che gli conveniva di spiriti, eziandio temporali. Tutte qualitá con molte altre però molto lodevoli, che lo fecero poi succedere nel ponteficato a papa Clemente.

Della medesima nazione e patria, creato dall’istesso pontefice e nell’istesso tempo era il cardinale Antonio Maria Salviati. Toccava egli ancora di parentela i prencipi di Toscana, e in qualitá di parente l’aveva riconosciuto nella sua nunziatura di Francia la regina Caterina de’ Medici, e gli aveva dato allora il principale maneggio del regno. Da quella nunziatura aveva egli riportato gran nome per le fatiche fattevi in quei turbolentissimi tempi, fra i quali cade appunto la memorabile notte di san Bartolomeo apostolo, che bastò bene a raffrenare in alcuna parte ma non giá quanto bisognava l’audacia e la rabbia degli ugonotti. E non era poi stata minore la lode conseguita da lui nella legazione di Bologna in tempo di Sisto quinto, col procurare che il suo governo facesse godere specialmente in quella cittá una somma