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della sua famiglia. Si veda ciò che si scriveva da un suo concittadino nel 1620: «Guido Bentivoglio per nascita d’antichissima e nobilissima fameglia, uno fra i figliuoli nati di quel nobile e preclaro progenitore Cornelio Bentivoglio valorosissimo nell’armi, con le quali acquistò nome e fama gloriosissima, egli dico, e per dottrina molto ben manifestata nelle onorate ed eroiche azioni sue, e per integritá di costumi, e per una singolare prudenza, è soggetto degnamente stimato, essendo per dir il vero preclaro litteratissimo, e ornato di bellissime lettere, generoso prudente e decoro della casa sua, nonché della patria nostra, quale dopo onoratissimi carichi ricevuti nella corte romana, fu spedito nunzio nella Fiandra, nel quale carico talmente si è diportato che anco da Paolo V è stato onorato dell’arcivescovato di Rodi, e nunzio in Francia; onori senza dubbio grandi, ma li quali, secondo l’estimazione e desiderio d’ognuno, sono mezzi ad agevolargli la strada a onore maggiore ed eccelso».

Cosi alte suonavano le lodi quando ancora non s’era pubblicata opera alcuna del Bentivoglio; quale adunque doveva essere l’ampiezza del mondo in cui le opere sue apparendo, e non certo prive di pregio, potevano essere giudicate?

Forse un’altra ragione può esserci: se in generale può tornar gradito ad una cittá che un figlio proprio si distingua, e comunque la parte di essa, specialmente, che per qualsiasi ragione a lui od alla famiglia sua aderisce sia portato a favorirlo, Ferrara trovavasi allora in condizioni particolarissime: il gennaio del 1598 Cesare d’Este n’era partito, e la cittá da capitale del ducato era passata a semplice capoluogo di legazione dello stato del papa: c’era quasi il bisogno da parte di quelli che non avevano seguito l’Estense di mostrare che essa nulla aveva perduto nel trapasso politico; anzi, che poteva averci guadagnato se qualche concittadino poteva piú agevolmente elevarsi ed affermarsi nel campo ecclesiastico, ed essere in particolare favore presso il sovrano, capo della religione.

E poi, come le famiglie grandi, quando notano i primi passi verso la meno superba condizione che fatalmente loro si prospetta, rievocano, rivolgendosi al passato, quanto può contribuire a riconfermare la nobiltá propria, cosí sembra naturale che anche Ferrara tutto ciò che potesse significare propria gloria tenesse ad esaltare: ed era giusto che esaltasse anche il cardinale Guido Bentivoglio.