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386 lettere familiari


è vero qualche doglianza con lui, ma non giá di cosa perduta, sapend’io che non posso perder l’amore di Vostra signoria sí giustamente acquistato dal mio. Ma egli avrá voluto esser a parte delle querelle per participare ancora della soavitá con la quale noi le avrem terminate. A lui dunque mando la lettera di Vostra signoria, e significherò insieme qual sará stata la mia risposta. Del suo stato di sanitá non ebbi ultimamente quelle nuove ch’avrei voluto. E certo quella non è stanza, e vita per lui. Ma chi sa? forse potrebbe essere, che non tardasse molto ad aprirsi qualche occasione di mutar l’una e l’altra; il santo offizio non permette che si dica di piú. E ben crederá Vostra signoria ch’in questo mio religioso silenzio qui io mi senta far piú forza per tacere, che non vorrei. Torno al principio. Assicurisi Vostra signoria, il mio signor cavaliere, ch’io sono e sarò sempre mai tutto suo. Amo con tenerezza la sua persona ed osservo con ammirazione la sua virtú. E qui per fine a Vostra signoria prego da Dio ogni maggior contentezza.

Di Roma, li 16 di maggio 1628.

VIII

Al signor Cardinal Antonio Barberino
legato di Bologna, di Ferrara e di Romagna.

Che fará Vostra signoria illustrissima di tante legazioni? Legato nel dominio ecclesiastico, legato in Italia, legato fuori d’Italia, legato alla regina d’Ungheria, legato alla pace, legato alla guerra, e finalmente legato a finir le differenze fra il cardinale, e marchese Bentivoglio da una parte, e questi camerali di Roma dall’altra. Quest’era la legazione piú importante e perciò ha avuto il suo fine prima d’ogni altra. Appena arrivò qui il signor Vincenzo Martinozzi con l’ordine di