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lettere diplomatiche 369


XLVII

Disposizioni di Luigi XIII riguardo ai poteri del parlamento di Parigi.

Per via di monsignor nunzio di Turino scrivo a Vostra signoria illustrissima la presente, con l’occasione d’una persona che viene spedita in diligenza colá dalla regina madre, con la solita mancia per la signora principessa di Piemonte sua figliola; e con questa invio a Vostra signoria illustrissima il congiunto foglio di cifra. Di piú debbo soggiungere a Vostra signoria illustrissima che questa Maestá mandò ultimamente a chiamare il primo presidente ed alcuni altri dei piú principali di questo parlamento, e fece dire loro per il cancelliere che voleva che si levasse in ogni modo dal libro dei registri quell’arresto che esso parlamento fece a’ giorni passati con occasione di volersi rimettere in piedi la poletta; nel quale arresto si esponeva di voler far rimostranze a Sua Maestá, come qui dicono, intorno a’ molti disordini del governo, facendo dir loro la Maestá sua che il parlamento si deve contenere dentro i termini che abbraccia la sola amministrazione della giustizia, senza volersi ingerire nelle cose del governo; onde il re ha fatto fare dal suo consiglio un altro arresto che contiene i particolari predetti, affinché si levi dal detto libro dei registri quello del parlamento ed in suo luogo vi si metta questo. E perché dal potersi unire insieme tutte le camere del parlamento quando a lor piace nascono spesso molti disordini, il re pensa di voler mettere in ciò qualche ordine, con proibire che non si possino piú radunare di qui inanzi senza permissione espressa di Sua Maestá. Il conte di Vademonte suol venir di quando in quando a dar una volta a questa corte. Ond’è venuto qua ultimamente a far riverenza al re, e forse per qualche suo negozio.

Di Parigi, li 19 gennaio 1621.