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lettere diplomatiche 365


dalla medesima assemblea, ed in caso che quegli ugonotti non vogliano obbedire, Sua Maestá ha fatto dire alli stessi deputati che tutti saranno dichiarati criminali di lesa maestá, e che però s’anderá subito alla confiscazione de’ loro beni. Il signor prencipe di Condé ed il signor duca di Luines han parlato ai medesimi deputati, e gli hanno assicurati come da loro che degli articoli che l’assemblea ha fatto presentare al re, Sua Maestá sia per sodisfarla in tre solamente quando essa assemblea però obbedisca alla Maestá sua, ed i tre articoli sono questi: che nel parlamento di Parigi saranno ricevuti due consiglieri ugonotti in que’ due luoghi che essi pretendono che sian lor dovuti; che nella terra di Ludon si metterá un governatore di sodisfazione degli ugonotti, levandosi quel che vi era; e che intorno alla prorogazione delle piazze di sicurtá, che essi hanno, Sua Maestá dará loro, per adesso, un anno di piú di tempo di quel che lor resta. Di modo che essi le potranno tener ancora per lo spazio di piú di tre altr’anni, e questo si permette acciò che possano aver commoditá di fare un’altra loro assemblea generale politica prima che spiri il tempo della ultima prorogazione delle dette piazze di sicurtá, la quale assemblea essi sogliono tenere di tre anni in tre anni, ed allora si potrá poi trattare di questa materia come agli istessi deputati è stato detto dal medesimo prencipe di Condé, e duca di Luines. Gli ugonotti avrian voluto particolarmente avere sodisfazione intorno al negozio di Béarne; ma il re sta fermo piú che mai in volere che i beni della Chiesa in quelle parti siano restituiti agli ecclesiastici conforme all’arresto di Sua Maestá, e se in ciò gli ugonotti ricuseranno d’obbedire, la Maestá sua si mostra risoluta di non voler sodisfar loro in cos’alcuna. Qui molti credono che essi non siano per separarsi, ma che sian per ritirarsi alla Rosciella o in qualche altro luogo: presto si dovrá vedere quel che saran per fare.

Di Parigi, li 12 di febbraio 1620.