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lettere diplomatiche 355


presentato qui il signor marchese di Couré intorno ai predetti due casi. Quasi subito il signor di Pisius venne a trovarmi e mi diede parte di tutte le cose predette, in nome del re, e per quello ch’egli mi rappresentò, qui si mostra dispiacere della cattura del Villa per rispetto della riputazione di questa corona, e se ne vorrebbe qualche sodisfazione, se ben dispiace molto piú che venisse costí escluso il loro ambasciatore di poter trattare di dare a Sua Santitá ed a Vostra signoria illustrissima la sodisfazione che si conveniva per conto delli sbirri, massime che l’istesso che rappresenta Couré vien rappresentato ancora, per quel ch’essi dicono, da altre persone molte gravi e d’autoritá, e da altri della nazione, scrivendo tutti ch’esso Couré abbia usato ogni via possibile per raddolcire e placar l’animo di Sua Santitá e di lei, e che dal suo canto abbia fatto quanto si poteva desiderare.

A tutte le cose predette non ho mancato di rispondere nel modo che bisognava e di valermi delle ragioni suggeritemi da Vostra signoria illustrissima, onde intorno al primo capo ho detto che da Sua Santitá non viene ammesso in alcun modo il presupposto che fa il marchese di Couré, che non si possa pigliare alcun servitore d’ambasciatori senza fargli prima avvertiti; ed in questo proposito ho raccontato quel che fu fatto in tempo d’Alincourt e quel ch’è stato fatto ultimamente ad un servitore del Cardinal Borgia. Qui mi hanno replicato che ad Alincourt fu data poi quella sodisfazione che si richiedeva, e che il servitore di Borgia fu trovato in flagranti ed in un delitto molto brutto; e di piú mi hanno detto che Vostra signoria illustrissima ha detto che se pure è stato fatto intendere costí quando si pensava di far pigliare alcuno dei suoi, ciò si era fatto per termine di cortesia. Onde qui par duro che quella cortesia che s’è fatta cogli altri non si voglia fare ora al marchese di Couré.

Che il Villa sia stato preso, ed alcuni giorni dopo la pace, ho risposto che essendo stato il caso del Panfilio di molta considerazione e di molto scandalo, conveniva ancora per la riparazione della giustizia che ne fosse fatta qualche