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340 la nunziatura di parigi


ma il marchese si ritirò subito, ed uscí fuori di Parigi e non s’è inteso altro di lui. Il re e questi ministri hanno inteso malissimo un tal eccesso, e mostrano di voler che se ne facci giustizia. Il prencipe di Gianvilla in compagnia del quale era andato monsignor Rucellai alla fiera mostra d’interessarsi grandemente in questo negozio, non tanto per cagion d’amicizia quanto per stimarsi anch’egli offeso, in un certo modo, di quest’affronto di Rucellai. Onde tutti questi signori della casa di Ghisa hanno fatto e fanno molti offici gagliardi in favore del detto Rucellai. Il giorno appresso che successe il caso, il signor Cardinal di Guisa insieme con Rucellai venne a trovarmi ed ambedue mi ricercavano che io volessi far risentimento di questo fatto col re e con questi ministri; io risposi con termini generali biasimando grandemente l’eccesso di Rogliac, come in effetto è degno di gran biasimo e castigo, ma senza che mi paresse di dover impegnare in questo fatto l’autoritá di Nostro Signore, oltre che monsignor Rucellai vien consigliato che vegga d’accomodarsi con procurar piú tosto di ricevere tutte le sodisfazioni possibili per via amicabile, al che l’ho consigliato anch’io, e gli ho promesso che in tal caso non mancherò d’interporre ogni officio dal canto mio; che è quanto posso significare a Vostra signoria illustrissima intorno a questo particolare.

Di Parigi, li 14 febbraio 1618

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XXVIII

Della facoltá teologica di Parigi e della sua devozione alla santa sede.

È stato scritto qua per lettere di Roma da qualcheduno di questa nazione, che pare che l’opinione che si soleva avere in cotesta corte di questa facoltá teologica di Parigi sia molto diminuita, e particolarmente che se ne parla come ella non avesse quei buoni sensi che dovria intorno all’autoritá della