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lettere diplomatiche 333


e cosí avvenne perché subito in questa io fui ricercato dei miei offici, i quali interposi in maniera che s’aggiustò questo punto. L’aggiustamento fu che il duca si contentasse per ora d’un ordine strettissimo che si darebbe di far sopraseder la gente, e d’un altro che s’invierebbe al Dighieres d’astenersi da qualsivoglia motivo che potesse cagionar alterazione, e che di tutto questo il re stesso assicurarebbe esso duca, e che tutto ciò si dovesse intendere come s’avesse virtú di revocazione, la quale seguirebbe in effetto subito che Savoia accettasse. Cosí il duca restò sodisfatto.

Vengo ora alle cose dei veneziani. Nelle risposte portate dal predetto corriere non si parlava di loro. Onde questi ambasciadori veneti restorono grandemente confusi, e sopramodo ingelositi che li spagnuoli volessero accomodarsi con Savoia lasciando la republica loro in travaglio. Ma non era maraviglia che non si parlasse dei veneziani, perché in effetto era stata loro tutta la colpa, poiché dopo la ricusazione fatta dal loro ambasciadore delle condizioni di pace propostegli in Madrid, dalli 18 sino alli 24 di giugno mai piú egli non aveva mossa parola. E noi di qua non avevamo scritto in Spagna se non delle cose di Savoia, sopra le quali venivan le risposte portate dal predetto corriere straordinario. I detti ambasciadori fecero qui romor grande e ricorsero a questi ministri, e finalmente conclusero che Savoia non s’accomodarebbe senza veder accomodate le cose loro, e che perciò bisognava necessariamente aggiustar anche le cose loro ad un medesimo tempo.

Questo era vero, perché Savoia aveva scritto qua ch’accetterebbe il trattato d’Asti nel modo che Sua Maestá cristianissima desiderava, purché al medesimo tempo ancora seguisse l’accomodamento dei veneziani. Dunque si venne subito a trattar delle cose loro; la mira che s’ebbe qui, ed in che io particolarmente ho premuto con somma efficacia e con incessanti offici, fu ed è stata che giá si potevano tener per aggiustate le cose di Savoia; s’aggiustassero qui parimente quelle dei veneziani, in modo che di qua si mandasse la pace fatta