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326 la nunziatura di parigi


A Villeroy diedi parte degli offici fatti dalla santitá di Nostro Signore in Ispagna per corriere espresso; e l’assicurai che Sua Beatitudine avrebbe continuato a far tutti quelli di piú che avesse potuto, per tirar a fine un sí importante negozio, e che sarebbe andata sempre unita con questa corona. Villeroy mostrò molto gusto d’intender questi particolari.

Al re domandai audienza, ma Sua Maestá mi rimise al suo ritorno a Parigi, che sará oggi, essendo cessata l’occasione che faceva star fuori Sua Maestá, che era il non volersi trovar alla morte della marescialla d’Ancre, alla quale finalmente fu tagliata publicamente la testa ieri l’altro, ed il corpo fu poi abbruciato e le ceneri sparse in aria.

Pisius spedisce oggi un corriere a Turino e Venezia; ed io scrivo con quest’occasione a Vostra signoria illustrissima, e mando il presente pieghetto in mano di monsignor nunzio di Turino, immaginandomi che a lui non mancherá occasione di farlo pervenir presto in mano di Vostra signoria illustrissima.

Accuso a Vostra signoria illustrissima le lettere e cifre delli 17 del passato. Risponderò ed aggiungerò quel piú che sará di bisogno col prossimo ordinario.

Avendo poi inteso che il corriere se ne viene dirittamente a Roma, scrivo anch’io a dirittura a Vostra signoria illustrissima.

Di Parigi, li 5 di luglio 1617

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XXII

Notizie mandate a Roma dal Bentivoglio intorno alla Concini,
raccolte ne’ fogli d’avvisi che ci son rimasti.


La marescialla d’Ancre è stata condotta alle carceri della Conciergerie, ch’è un mal segno per lei, e la causa è stata rimessa al parlamento.

Nel consiglio s’è presa risoluzione di mandare il figliuolo