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lettere diplomatiche | 321 |
XIII
Udienza del nunzio dai sovrani.
Dopo l’audienza del re l’ebbi ancora dalla regina sua moglie, e passai con Sua Maestá quasi il medesimo officio che avevo passato col re. Sua Maestá lo gradí e mi rispose con termini pieni di zelo e di rispetto verso la Chiesa e la santa sede. Il giorno medesimo che la regina madre partí, si trasferirono le Maestá loro ad un luogo vicino a Parigi un’ora di camino, chiamato il bosco di Vincenna, dove si tratterranno sin fatte le prossime feste di Pentecoste.
XIV
Colloquio del nunzio col de Luynes.
Il giorno medesimo ch’io viddi il re parlai ancora al signor di Luines, favorito di Sua Maestá, e passai con lui quell’officio che dovevo. Ma quell’officio fu nella camera propria del re e alla sfuggita; l’ho visitato poi a parte e l’ho assicurato della buona voluntá di Nostro Signore e di Vostra signoria illustrissima non solo per tutti gli interessi che egli e la sua casa siano per aver nello stato d’Avignone, ma per tutte l’altre occorrenze. Mi ringraziò affettuosamente e mi si mostrò molto desideroso di servir alla santa sede. Io lo pregai ad aver a cuore i buoni costumi del re, ed a procurar che Sua Maestá faccia buone nominazioni e che favorisca le cose ecclesiastiche, poiché dal servizio di Dio e della Chiesa dipende quello di Sua Maestá e del suo regno; lo pregai ancora a procurar col suo favore la intiera estirpazione delli duelli. Il ragionamento fu lungo e ne ebbi buone risposte; piaccia a Dio che siin buoni altre tanto gli effetti; e per fine a Vostra signoria illustrissima bacio umilmente le mani.