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302 la nunziatura di parigi


ritrovar qualche forma di reciproca sodisfazione. Non discese egli però a particolare alcuno, solo che disse di certo proposito che veramente quanto ai ministri c’era differenza dal portar parola al rappresentar la persona, volendo inferire che i ministri che venissero mandati qua dal re non portavano con loro la persona ma semplicemente la parola di Sua Maestá. Io stetti sui generali, e mi fermai solamente sul dire che Sua Santitá non pretendeva niente di piú di quel che si fosse usato coi miei predecessori.

Quanto alla nominazione al cardinalato dell’abbate di Marmottier, né il marescialle né altri m’han parlato sinora; spero che intanto arrivará a Roma il signor cardinale Ubaldini e che rappresentará a Vostra signoria illustrissima quanto sia per riuscir scabroso questo negozio; veramente il miglior modo di regolarlo è di procedere in maniera che il marescialle e sua moglie non sperino troppo né disperino affatto, ed aspettare intanto quel che faranno le cose in questa corte soggetta, come Vostra signoria illustrissima sa molto bene, a meravigliose mutazioni. Che se volessimo levare ogni speranza al detto marescialle e sua moglie, ciò sarebbe un irritargli a grandissima indignazione e farci avverse le loro nature sdegnose difficili piene di fasto e troppo assuefatte qui ad ottenere quanto sanno desiderare.

Parlò meco il marescialle ancora di questi tre nuovi ministri come di sue creature, e mostrò gusto grande delle lodi ch’io dava a Mangot e Lusson ch’avevo di giá visitati, dicendomi ch’averei occasione anche di stimar piú Barbin, perché egli in abilitá di maneggi grandi poteva esser maestro degli altri due. Questo Barbin è ora il ministro di maggior autoritá, ed egli principalmente ha fatto cadere il presidente di Vaer.

Il marescial d’Ancre ha poi dato egli stesso la nuova della morte della figliuola a sua moglie, che ne mostrò gran dolore al principio, ma poi ha mostrato molta costanza.

Di Parigi, li 17 gennaio 1617.