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286 relazione della fuga in francia


pensando a qualche ripiego; che trovandosene qualcheduno per via del quale egli potesse lasciar con onor suo e dell’infanta sua moglie ritornare in Francia la principessa, l’avrebbe volentieri accettato. Ma i francesi non volevano prestare orecchio a partito alcuno, se non a quello d’esser restituita liberamente la principessa al padre ed alla zia, e tanto piú andavano stringendo l’arciduca quanto piú pareva loro di vederlo andar vacillando. Era condesceso finalmente l’arciduca a far proporre a’ francesi che, quando fosse dichiarato per via competente che la principessa dovesse lasciarsi del tutto in sua libertá, egli e l’infanta si sarebbono contentati di lasciarla andare dove piú le fosse piaciuto. Per via competente mostrava l’arciduca aversi ad intendere il pontefice, dal quale s’avesse a determinar questo punto, o per se medesimo in Roma o col mezzo d’uno de’ due nunzi, di Francia o di Fiandra. Il che sarebbe seguito speditamente nell’un modo o nell’altro; poiché ciò non era trattar dell’intiera causa del divorzio, ma del punto solo del luogo dove la principessa intanto dovesse stare. Contuttociò i francesi non ammettevan né anche questo partito. Dubitavano di lunghezze, e consideravano l’arciduca, in certa maniera, come fuori di sua potestá, per la parte troppo grande che ritenevano in tutte le cose sue gli spagnuoli, e ne’ suoi consigli particolarmente il marchese Spinola, il quale essi avevano per diffidentissimo.

Ma era giá tempo che l’arciduca e gli spagnuoli pensassero ad altro che a pratiche di parole. Cominciavano ormai a calare in Francia gli svizzeri, si levavano i francesi in gran diligenza, e si facevano con ogni ardore tutte le provisioni rappresentate di sopra. Né poteva esser maggior la prontezza con la quale si metteva in armi il fior della nobiltá di Francia, per accompagnar la persona del re; il quale se bene alcuna volta variava nella forma del publicar la sua uscita, non variava però nella risoluzion dell’uscire. Agli ambasciatori di Spagna e di Fiandra diceva ch’egli stesso voleva trovarsi in persona ad aiutare i suoi amici, per mettergli in quel possesso ch’era loro dovuto degli stati del morto duca di Cleves. In