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libro secondo - capitolo vi 253


Mentre che si tratteneva in Avignone il legato, portò il caso che per quella cittá passasse Antonio de Tassis, il quale veniva da Madrid e tornava a Roma dove egli era mastro delle poste di Spagna. Aveva egli non solo particolare introduzione ma stretta familiaritá col legato, e perciò fu subito a visitarlo e riverirlo; e parlandogli confidentemente e sopra le cose di Spagna l’assicurò che in quella corte si desiderava la pace, e veniva approvata grandemente la negoziazione giá condotta sí innanzi da lui. Onde Antonio concluse che la ratificazione si effettuerebbe senz’altro dal duca di Savoia, e che intorno a ciò si farebbe quanto bisognasse dal re di Spagna. Ricreossi tutto con questa relazione il legato, e pregò il Tassis a voler farla con ogni piú viva maniera al conte di Fuentes nel ritorno suo a Roma. Il che gli fu promesso pienamente dal Tassis, né piú tardò a partir per Italia. Il legato dunque alli sei di febraro lasciando Avignone se n’andò per terra a Cannes, luogo sul mare in Provenza; di lá poi sopra alcune feluche passò a Nizza, dove fatta rinforzare una delle galere che suol trattenere il duca di Savoia in quel porto, con essa navigò verso Genova, ed in pochi giorni felicemente giunto quivi, e da tutto il corpo della republica e da ciascun particolare della nobiltá, egli ricevè tutte quelle dimostrazioni e di riverenza verso il pontefice e di stima verso la sua persona propria, che in ogni piú alto grado si potessero desiderare. Trattennesi poco in quella cittá per l’impazienza con la quale desiderava di abboccarsi quanto prima col duca di Savoia e col Fuentes, e appunto egli fu avvisato in Genova che l’abboccamento seguirebbe come l’altra volta in Tortona. Andovvi dunque il legato, e quasi al medesimo tempo vi giunse il Fuentes. Scusossi il duca di non aver potuto venirvi perché due suoi figliuoli si trovavano allora gravemente ammalati. Voleva perciò il legato avvicinarsi piú con l’abboccamento a Turino, ma il Fuentes con molta sinceritá gli si aperse e gli disse che in effetto il duca sfuggirebbe ancora in ogni altro luogo l’abboccamento, perché voleva prima ricevere dalla corte di Spagna l’ultima risoluzione che aspettava intorno