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libro secondo - capitolo vi 245


di giá se ne parlava come di negozio intieramente concluso, e il re mostrava di sentirne gusto particolare, quando ecco uscire all’improviso una voce che il forte di Santa Caterina si demoliva, anzi ch’era demolito. Non poteva credersi dal legato una tale novitá. Ricordavasi egli della dichiarazione da lui fatta si espressamente in contrario alli deputati regi; e considerava, che in virtú del nuovo accordo allora aggiustato, la Savoia, dentro la quale era il forte di Santa Caterina, doveva restituirsi al duca in quelli termini stessi ne’ quali si ritrovava quando il re l’aveva occupata.

Ma reso egli certo da piú bande che la demolizione era seguita, se ne commosse altamente, e gli parve che da questo successo risultasse a lui in particolare sí grave offesa che non poteva in modo alcuno dissimularla. Faceva il patriarca le prime parti appresso la sua persona, onde per mezzo di lui cominciò il legato a risentirsi forte con i deputati del re, e passò tanto innanzi il risentimento ch’egli si dichiarò di non voler essere piú tenuto alla parola data per la parte del duca, giaché se gli mancava sí chiaramente per quella del re medesimo.

Pervenute all’orecchie del re le querele che faceva il legato ne mostrò vivissimo senso, parendogli sopra modo strano che gli fosse rimproverato un mancamento di parola in cosi risoluta maniera. Pretendevano i deputati regi che si fosse potuto venire allo smantellamento del forte per la dichiarazione da loro fatta sopra di ciò sin da principio, nel portar le dimande loro al legato, e che il non essersi ancora sottoscritto il nuovo accordo lasciasse al re bastante libertá per un tale effetto.

Ma il legato rispondeva che alla dichiarazione loro egli subito aveva opposta con termini molto precisi la sua, e che quanto al nuovo accordo si poteva di giá tenere per sottoscritto in virtú della parola scambievolmente data; sapendosi molto bene che in tali casi la sottoscrizione era un atto accessorio della proceduta parola, nella quale consisteva la virtú essenziale dell’accordo. Disputossi intorno a questo punto un