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234 delle memorie


vedesse a quale piega le cose andassero a fine, poscia o di continuar la guerra o di stabilire la pace, secondo che l’occasione o piú l’astringesse a quella o piú l’invitasse a questa. Giunsevi anche il legato, e dal re fu di nuovo fatto ricevere con grande onore e fatto alloggiare con ogni commoditá. Per le prerogative particolari e del sito e degli edifici, e della mercatura e d’ogni altra piú nobile circostanza, da Parigi in fuori, non cede la cittá di Lione forse ad alcun’altra delle maggiori e piú splendide che abbia il regno di Francia. Desiderò quella cittá, dunque, di vedersi onorare con un’entrata publica in ogni piú sollenne e riguardevole forma nella presente occasione del legato, al che si dispose egli volontieri non solo in riguardo dell’onore che ne riceverebbe la sua legazione, ma perché ne fu mostrato dal re ancora un particolare desiderio, e per sodisfazione della cittá e perché ciò sarebbe come un festeggiamento del novello suo matrimonio; e l’azione passò in questa maniera. Uscí nuovamente il legato fuori della cittá, e andarono di nuovo a riceverlo in nome del re i medesimi due prencipi del sangue Condé e Mompensiero accompagnati da tutti i primi signori e da tutto il resto della nobiltá, piú fiorita che si trovasse allora nella corte del re. Al medesimo effetto similmente uscirono tutti i magistrati della cittá con un gran numero di cittadini piú principali.

Giunto alla porta entrò il legato sotto il baldachino della cittá, restandovi egli solo a cavallo con l’abito suo cardinalizio solito portarsi in tale occorrenza. Nell’avvicinarsi alla cattedrale passò egli sotto il baldachino del clero, il quale era venuto solennemente a riceverlo, e con numerosissimo concorso di gente fu condotto all’altare maggiore, dove secondo le solite ceremonie diede la benedizione al popolo; e fu terminata a quel modo la sollennitá dell’azione.

Dopo questa ceremonia mostrò gran desiderio il re, insieme con la regina, di ricevere pur medesimamente nelle persone loro proprie con particolare solennitá la benedizione apostolica per mano dell’istesso legato. Erasi di giá in Fiorenza fattasi in ogni piú maestosa forma questa sorta di ceremonia,