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228 delle memorie


e stima appresso il pontefice, e condurlo finalmente alla dignitá del cardinalato, al quale onore egli poi ascese tre anni appresso. Uomo di commune sangue ma di grata presenza; svegliato e destro nel capire e trattare i negozi; di poche lettere, e segretario di pratica molto piú che di studio, e tale insomma nell’altre sue qualitá che in riguardo alla porpora egli poteva esserne giudicato non indegno piú tosto che meritevole.

Tale era l’introduzione che si dava al negozio, ma non perciò seguiva alcun raffreddamento nell’armi, anzi queste ogni di piú riscaldandosi facevano in conseguenza temere che la guerra non potesse piú dare cosí agevolmente luogo alla pace. Di giá si era mosso il duca di Savoia con forze grandi, e sue proprie e degli spagnuoli, per soccorrere Momigliano, e all’incontro il re aveva preparate le sue non meno rigorosamente per impedire al duca in ogni modo l’esecuzione di tal disegno. Ma in questa contrarietá di fini erano troppo svantaggiose le condizioni del duca, poiché dovendo egli sforzare i passi che il re aveva occupati, e combattere nel medesimo tempo con le nevi e con li ghiacci che in altissima copia di giá ingombravano per ogni lato il paese, non era quasi possibile che una sí dura e malagevole impresa felicemente gli riuscisse, e tale appunto ne fu il successo. Avanzossi il duca su l’Alpi con dieci mila fanti, la maggior parte italiani ed il resto spagnuoli, con mille ducento cavalli e con alcuni pezzi d’artigliaria, ma ritardato dalle difficoltá del marciare fra luoghi sí aspri di lor natura e fatti piú aspri ancora dalla stagione, egli prima udí la caduta di Momigliano che potesse avere alcuna speranza di effettuarne il soccorso.

Passò egli nondimeno piú oltre, sinché trovatesi a fronte le forze regie col re in persona fu costretto a fermarsi, e questa vicinanza dell’uno e dell’altro esercito diede occasione di qualche leggiero combattimento. Crescevano in tanto piú le difficoltá per parte del duca, e all’incontro piú i vantaggi per quella del re; onde al fine fu forzato il duca di ritirarsi, fremendo egli ch’una tal piazza e sí presto e sí vergognosamente fusse venuta in mano a’ francesi.