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212 delle memorie


in Italia; onde egli faceva animo separatamente al legato, accioché procurasse di stringere il nuovo aggiustamento col re di Francia per questa via. E conoscevasi che vi s’indurrebbe anche il duca in ogni maniera per non vedere nuovamente i francesi alle porte di Turino, dalla qual cittá si andava in poche ore a quella di Pinarolo. Dunque non essendosi allora potuto pigliare alcuna risoluzione precisa intorno a questo partito del cambio, il legato giudicò necessario di seguitare il suo viaggio verso Turino, e di lá poi passare l’Alpi speditamente a fine di poter quanto prima trovarsi col re di Francia. Il duca fu il primo a partirsi di Tortona, per uscir poi da Turino a ricevere e incontrare il legato con quelle dimostrazioni d’onore e di rispetto che l’occasione richiedeva. Partí poi similmente il legato e lasciò in Tortona il Fuentes, che di lá tornò anch’egli in Milano. Non giudicò bene il legato di far entrata publica e solenne in Turino, ma stimò conveniente di passar innanzi con ogni sollecitudine e di far cedere affatto le ceremonie al negozio. Col duca non trattò d’altro che di tirarlo piú innanzi che si poteva sopra il punto della ricompensa, quando si dovesse dare tutta intiera di lá da’ monti; al qual fine stabilí o che il duca mandasse con lui o spedisse poi subito due particolari suoi deputati con piena autoritá di concludere in nome suo tutto quello che bisognasse in questo nuovo aggiustamento, che da lui doveva trattarsi con il re di Francia. Partí dunque alli due di novembre da Turino il legato, dopo aver ricevute in quella cittá e dal duca e da’ suoi figliuoli tutte quelle dimostrazioni piú affettuose, piú riverenti e piú splendide, ch’egli avesse potuto desiderare. Partí pur’anche un poco prima di lui il duca per la necessitá che lo stringeva a procurar di soccorrere ben tosto la fortezza di Momigliano, che di giá era assediata strettamente dal re di Francia. E qui io di nuovo ritornerò all’armi del re, dopo aver dato il luogo che si doveva alla negoziazione del legato.

Preso che fu dunque dal re Ciambery, e fatto acquisto degli accennati due passi che dal Piemonte danno l’ingresso