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la negoziazione per terra, ma dall’altro canto parevali che niuna ragione potesse giustamente permettere che il duca di Savoia si vedesse occupare il suo senza aver a difendersi, ed a poter congiongere le forze del re di Spagna con le sue proprie. Onde gli parve di rispondere con questo temperamento: che da lui veniva stimata giusta l’opposizione che il duca farebbe al re di Francia, ma dall’altra parte stimar necessario d’esser assicurato che per qualsivoglia accidente, o favorevole o contrario, non si dovessero dal duca né dal conte alterare quelle risoluzioni ch’egli portarebbe con sé, intorno alla pace, nel seguimento del suo viaggio. Mostrarono il duca ed il Fuentes di restar sodisfatti della risposta che il legato in ciò dava e di quel piú che chiedeva, né si passò piú innanzi a quel primo congresso.

Negoziavasi in tanto dal re di Francia con l’armi e facevasi da lui, come poi si vedrá, ogni giorno maggiori progressi nella Savoia; onde il legato vivamente sollecitava il fine di questa sua negoziazione, col duca e con il Fuentes, per quanto prima poter passar l’Alpi, e stringer l’altra con il re, che era la principale. Trovaronsi dunque a nuovo e piú formato congresso il legato il duca e il Fuentes, e di piú v’intervennero l’ambasciatore Ledesma e l’arcivescovo di Bari nunzio ordinario a Turino, che era venuto anch’egli a trovare il legato a Tortona. A tal fine si preparò una tavola nelle camere del legato; alla mano destra il duca alla sinistra il Fuentes; appresso il duca il nunzio e a lato del Fuentes l’ambasciatore. Rappresentossi tutto quello che bisognava per la parte del duca e del Fuentes dall’ambasciatore, il quale con gravi e meditate parole mostrò quanto si facesse e quanto si desiderasse di fare, per quella parte, in riguardo alli offici del pontefice e del legato. Soggiunse che il suo re e il duca si promettevano uguale corrispondenza e dal zio e dal nipote in occasione cosí importante, e spiegò una scrittura nella quale per maggior chiarezza, come egli disse, delle materie, si contenevano i punti loro piú essenziali. La scrittura fu poi letta, e quattro erano le proposte.

La prima che si depositasse il marchesato di Saluzzo in