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200 delle memorie


Capitolo VI.

Nell’andare in Francia vedesi il legato col duca di Savoia in Tortona, e al congresso loro interviene il conte di Fuentes nuovo governatore di Milano. Quindi il legato passa l’Alpi; negozia col re a Ciambery, e piú strettamente in Lione, e dopo grandissime difficoltá conclude una forma nuova d’accordo fra il re e il duca. Parte egli da Lione e va per mare a Genova, e di lá passa a Milano. Ratifica il duca l’accordo e vedesi col legato, il quale seguitando il viaggio ritorna con grandissimo onore e applauso a Roma.

Dunque lasciata che ebbe Fiorenza, e uscito che fu di Toscana, il legato con ogni celeritá se n’andò a Bologna, e di lá a Ferrara, sua legazione ordinaria e da lui esercitata nel modo che giá da me si è riferito di sopra. Quindi egli prese il cammino di Parma, e si trattenne solamente in quella cittá quanto bastava per le reciproche dimostrazioni d’affetto e di stima che dovevano passare fra lui e il duca e la duchessa novella sposa, nepote sua, in quella fuggitiva occasione. In prima egli fu invitato dal conte di Fuentes gionto a Milano pochi di prima a voler passare per quelle parti, mostrando il conte gran desiderio di vedersi con lui avanti che si abboccasse col duca di Savoia in Piemonte. Accettossi volontieri dal legato l’officio, e partito da Parma trovò il conte alla Stradella, luogo su quel confine. Quivi esso conte lo ricevè con ogni maggior splendidezza e rispetto, e lo condusse di lá poi a Voghera dove si trattennero alquanto, e cominciorno a trattare insieme sopra il maneggio che portava seco il legato. E perché il conte desiderava di trovarsi all’abboccamento che dovesse seguire tra il legato e il duca, perciò spedi con diligenza un corriero al duca e l’invitò a venire per tal effetto a Tortona, e fra tanto il legato e il conte si trasferirono in quella cittá.