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192 delle memorie


A tale richiesta giudicò il papa di poter condescendere, e perché di giá aveva penetrato che non sarebbe dispiaciuto in Spagna il partito del cambio, ogni volta che il re di Francia lo ricevesse tutto di lá da’ monti, e per conseguenza non gli venisse in mano una nuova porta síi gelosa per li spagnuoli in Italia come sarebbe stata quella di Pinarolo, perciò si esibí parimente a fare ogni officio opportuno con esso re in tale conformitá. Sopra tutto desideravano gli spagnuoli che per via del papa il negozio non si rompesse, nel che avevano per fine di guadagnar tempo e di prepararsi all’armi ogni volta che il re di Francia volesse mover le sue.

Ma contrari del tutto erano i sensi che di giá nel re di Francia apertamente si discuoprivano: perciò scorso il termine di sette giorni accennato, e non essendo comparse dal duca di Savoia se non ambigue risposte, che erano però manifeste per fare conoscere ch’egli non voleva venire alla restituzione, il re senza differir piú oltre determinò finalmente di mover l’armi. Come io accennai poco di sopra, il re aveva condotte a Lione le semplici ordinarie sue guardie: ma, in questa parte delle guardie continue, hanno veramente i re di Francia un gran vantaggio sopra tutti gli altri prencipi della cristianitá. Di gente a cavallo e a piedi mantengono essi per loro custodia ordinariamente piú di quattro mila fanti e piú di mille cavalli, oltre all’essere accompagnati sempre da grandissimo numero di nobiltá, che arma tanto piú i fianchi loro, e ch’insieme col rendere piú maestose rende piú sicure al medesimo tempo le loro persone. Con tal seguimento i re in ogni bisogno repentino si trovano superiori nella forza non meno che nell’autoritá, e raffrenato un primo impeto che succeda, molto piú agevolmente o s’aggiustano o si castigano poscia i tumulti. A questo nervo di gente ordinaria, il re subito fece aggiungere quel numero di piú che poteva bastare per l’accennata prima sua mossa d’armi. Appresso di lui si trovavano spezialmente due capitani, i quali, trattone il duca di Umena, erano stimati allora i primi del regno. L’uno era il maresciallo di Birone governatore di Borgogna, e l’altro il signor di Diguieres luogotenente generale del re