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172 delle memorie


altro luogo per dove passò, fu ricevuto e spesato in nome del re con ogni splendidezza, e trattato con tutte l’altre dimostrazioni d’onore e di rispetto che in tale occorrenza egli poteva maggiormente desiderare. Trovavasi il re allora in Fontanablès, casa reale di Campagna, e dove i re sogliono godere i trattenimenti loro principali nelle caccie e massime in quella de’ cervi. Dal re fu quivi raccolto il duca pur similmente in ogni piú splendida ed affettuosa maniera. In quei primi giorni non si trattò di negozio, ma trasferitosi il re poco dopo a celebrare il santo Natale in Parigi, passate le feste, si cominciò poi ad introdurre la negoziazione necessaria sopra le cose del marchesato. Sfuggí però il re che si trattasse di ciò a dirittura fra lui ed il duca, affinché non si amareggiassero i congressi loro con una materia che per necessitá doveva portar seco delle amarezze. Studiavasi perciò il re piú tosto di trattenere il duca in feste in danze in conversazione di dame ed in altre allegrezze. E veramente non si potevano accoppiare due prencipi che piú sbrigatamente e con piú naturale disinvoltura sapessero unire ad un tempo col piacere il negozio, e col negozio il piacere, di quello che faceva l’uno e l’altro di loro. Dunque, venutosi alla trattazione, furono eletti alcuni deputati dall’una e dall’altra parte che avessero a ragunarsi e trattare insieme di quanto occorresse intorno al sopradetto interesse del marchesato. Dalla parte del re furono eletti il contestabile, il cancelliere, il maresciallo di Birone, il marchese di Rhony, il segretario Villeroy e il signor di Villiers; e da quella del duca il marchese di Luiino, il signor di Giacob, il suo cancelliere, il suo ambasciatore ordinario, il signor di Salines, il presidente Buglietto, il presidente Morozzo e il segretario Roncasio. Questi furono li deputati per l’una e per l’altra parte.

In tanto non aveva tralasciato il patriarca di rinovare con ogni maggiore efficacia gli offici che piú convenivano e col re e col duca in nome del papa, dal quale erano state scritte di giá nuove lettere affettuosissime all’uno e all’altro dopo che si era divulgata e poi eseguita la risoluzione che il duca aveva