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in Vervin e che allora godeva uno de’ primi luoghi appresso il re ne’ maggiori impieghi della corona. Io lo trovai poi gran cancelliere di Francia al tempo della mia nunziatura in quel regno, e veramente mi parve uno de’ maggiori soggetti nelle cose di giustizia e di stato che per l’una e l’altra qualitá potessero da qualsivoglia gran prencipe adoprarsi. Alle instanze del re, come ho detto, si era inclinato il papa con benigna disposizione ed aveva commessa questa causa di nullitá in Francia, deputando a tal’effetto il cardinale di Gioiosa l’arcivescovo d’Arles ed il vescovo di Modena suo proprio nunzio con facoltá di venire a sentenza, e questi finalmente l’avevano data in favore del re, dichiarando nullo il suo matrimonio, ed adducendo per una delle cause principali, fra l’altre, che Margherita per forza e non per consenso vi fosse condescesa e l’avesse contratto, e avesse poi ancora ella stessa fatte quelle dichiarazioni che dal canto di lei sopra tal nullitá bisognavano. Con questo successo, nel quale dalla parte di Roma aveva specialmente avuta gran mano il cardinale d’Ossat, rimaso libero il re dal suo primo vincolo matrimoniale, si era applicato egli fissamente quanto prima a passare al secondo. Erangli proposti da varie bande vari partiti, ma finalmente inclinò a quello che ho detto della prencipessa Maria de’ Medici. Restava molto fresca tuttavia nel regno la memoria dell’altra regina uscita pure da quella casa, e dal granduca il re ne’ suoi maggiori travagli aveva non solo ricevuti prudenti consigli in parole ma opportunissimi aiuti ancora piú volte in denari. Era poi dotata d’una singolar bellezza del corpo e d’ogni altro piú singolare ornamento d’animo la prencipessa Maria in se medesima. Onde la pratica di questo congiungimento ritrovò tal disposizione dall’una e l’altra parte che fu, si può dire, all’istesso tempo e mossa e conclusa. Correva la primavera di quel celebre anno santo del mille seicento quando furono accordate in Fiorenza le scritture di questo si celebre matrimonio. Andò per tale effetto da Roma a Fiorenza il medesimo signore de Sillery, e vi andò accompagnato dal signor d’Alincourt cavaliere dello Spirito Santo, che il re aveva in-