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libro primo - capitolo ix 117


casa, d’amabilissime qualitá e che molto prima serviva in corte e ne aveva gran pratica. Era fratello del marchese d’Arizaserra nobile nel regno d’Aragona, e per ogni altro riguardo veniva molto stimato da tutta la nazione spagnuola e specialmente dal duca e duchessa di Sessa, delle cui persone io parlai da principio. Con questo cameriere io avevo quasi la piú stretta conversazione, andavamo spessissimo insieme specialmente alle visite del medesimo duca, e piú ancora della duchessa, e da loro io ricevevo sempre favori particolari in conformitá di quelli che avevano fatto a mia madre ed a me ed agli altri miei fratelli nel tempo che avevano alloggiato nella mia casa in Ferrara per occasione d’aver voluto il papa onorare quella cittá con la sua persona, nel modo che di sopra io rappresentai.

In Ferrara pur’anch’io avevo di giá conosciuto un ministro principale dell’ambasciatore di Spagna nella corte di Roma che si chiamava Pietro Ximenez di Mugiglie, gentiluomo qualificato, ancor egli di Saragozza, che è la metropoli di Aragona. Con titolo di secretario del re serviva Ximenez nell’ambasceria, e dopo il duca faceva in essa le prime parti. Era grande amico egli ancora e quasi paesano del Palafoz, e dotato similmente di bellissime parti che lo rendevano meritevole di quello e d’ogni altro piú onorevole impiego. Parlavano bene italiano l’uno e l’altro di loro, ma io procuravo che ambedue m’insegnassero la lingua spagnuola come fecero e con mio grandissimo beneficio, per l’occasione che ebbi di metterla in uso quando io fui mandato nunzio alla corte di Fiandra, nella quale dall’arciduca dall’infanta e da’ principali ministri non si pratica quasi altra lingua che la spagnuola.

Con diversi camerieri d’onore io conversai medesimamente con molta domestichezza, ma in particolare con alcuni che erano oltramontani e che mi potevano dare sempre molte notizie, come facevano, delle cose piú degne da sapersi intorno a’ paesi loro. L’uno di essi fu il conte di Zolloren alemanno, e l’altro Marquemont francese de’ quali ho parlato di sopra; e ci nacquero occasioni poi in altri tempi di rivederci fuor