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98 delle memorie


Nel palazzo apostolico abitavano allora tre cardinali di eccellente virtú e di somma riputazione, e questi erano Baronio, Antoniano e Bellarmino. Ciascheduno di essi per occasione de’ loro offici o per altre straordinarie occorrenze si trovava col papa molto frequentemente: Baronio ogni sera, come accennai giá di sopra, per confessare il papa che si preparava ogni dí a quel modo per la messa del giorno seguente; Antoniano, per l’offizio che esercitava de’ brevi segreti, veniva all’udienza quasi ogni giorno ancor’egli, e Bellarmino come teologo vi compariva pur molto spesso; onde io ebbi questa occasione d’introdurmi nella conoscenza loro e di riceverne insieme quelle dimostrazioni di benignitá e d’onore che potevano essere proporzionati alla mia etá giovenile di allora ed alla riverenza che io usava con tali soggetti, che per gli anni per le virtú e per la fama erano appresso ognuno i venerabili. Faceva ciascuno di essi una vita veramente apostolica, tanto era moderato il numero de’ loro famigliari, tanto positivo in tutto il resto ancora del servizio loro, e tanta la modestia e l’umiltá dell’antecedente vita passata che traspariva nell’aggrandita loro condizione presente. Era piú domestico però degli altri nella conversazione Antoniano come quegli che molto piú aveva praticata la corte, che piú intendeva i raggiri, che piú aveva maneggiato i libri ameni e di poesia e d’altre fiorite lettere. Io presi per questa cagione maggior intrinsichezza con lui, e principalmente in materia di studi, e posso dire che dalle sue stanze io ne riportassi sempre qualche frutto particolare alle mie. Per occasione di esser stato segretario del sacro collegio tanti anni si era trovato egli in molti conclavi, e di quei successi discorreva con gusto particolare. Mostrava specialmente in quanti modi vi si affaticasse l’industria umana, e in quanti vi apparisse all’incontro e vi prevalesse ordinariamente la providenza divina.

Abitava allora nel medesimo palazzo apostolico il padre Giovan Pietro Maffei gesuita, fatto celebre dall’Istoria dell’Indie e non meno dalla Vita di sant’Ignazio, composte l’una e l’altra in latino da lui molto innanzi e con generale approvazione